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Fondazione Cavalieri di Colombo
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Il Cavaliere Supremo Carl A. Anderson
Il Cavaliere Supremo Carl A. Anderson.

Dal 9 all'11 febbraio 2010 si sono svolte in Vaticano le celebrazioni in occasione della XVIII Giornata Mondiale del Malato. Il Cavaliere Supremo, Carl A. Anderson è stato invitato a tenere un discorso sul significato della sofferenza di Giovanni Paolo II per la chiesa e per il mondo.
Qui di seguito riportiamo alcuni passaggi salienti del discorso pronunciato da Carl A. Anderson.

Attraverso il suo lungo pontificato il mondo ha conosciuto Giovanni Paolo II come una persona dinamica, un grande viaggiatore – come nessun altro papa è stato - che ha portato la Parola di Dio in ogni dove. Ma lo ha conosciuto anche come colui che per mezzo della sofferenza ha svelato il volto di Dio, di Gesù Cristo a tutta l'umanità.
Giovanni Paolo II con la sua vita ha mostrato ad ogni uomo che la sofferenza è una sfida che può essere accolta e vissuta con Cristo ed ha senso soltanto in Cristo. Nella sofferenza si può crescere uniti a Cristo; nella sofferenza si partecipa con Cristo alla redenzione.

Per Giovanni Paolo II il dono di sé non fu un'astrazione ma vita vissuta in se stesso, attraverso la malattia e fuori da se stesso, negli anni del suo pontificato: ogni persona era importante per lui, per ognuno aveva una parola buona o un gesto di sincera compassione.

Attraverso l'intera sua esistenza, Giovanni Paolo II ha vissuto l'amore amando ogni essere umano, in qualunque condizione fosse, qualunque debolezza o bisogno avesse. Sinonimo della sofferenza è l'amore. E' un mistero per l'umanità comprendere questo legame diretto ed inscindibile tra sofferenza ed amore, tuttavia se noi guardiamo a Maria facilmente capiamo la strada da seguire.

Maria è rimasta con Cristo sul calvario; è rimasta accanto a Giovanni Paolo II durante la sua sofferenza; è rimasta con San Juan Diego e come disse a lui, dice ogni giorno ad ogni uomo sofferente: "Non aver paura della malattia, di qualunque malattia, tu sei sotto la mia protezione. Non sono forse io la fonte della tua gioia?".

Poco prima della sua morte, quando ormai era totalmente indebolito dalla malattia, nel discorso del suo ultimo Angelus, consegnato all'Arcivescovo Sandri perché lo leggesse, Papa Giovanni Paolo II scrisse queste parole: "la gioia è unita alla Croce la quale raccoglie in sé stessa il mistero cristiano". Considerando l'intera esistenza di Giovanni Paolo II possiamo certamente dire che la gioia unita alla Croce raccoglie in sé il mistero della sua santità.

Papa Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II.

 

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