Ma, forse, più incredibile di ogni altra cosa, è che i Cavalieri di Colombo continuarono ad operare a Roma, attraverso l'apertura dei loro centri sportivi, anche dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, in cui gli Stati Uniti e l'Italia erano avversari e in un periodo in cui il Governo del tempo aveva abolito le attività della gioventù cattolica. Dopo la guerra, i Cavalieri di Colombo hanno svolto un ruolo importante di soccorso per l'Italia e per il popolo italiano, e sono rimasti per Roma, a tutt'oggi, simbolo di un legame saldo di fede e di amicizia, mai interrotto. I membri di tale Fondazione hanno saputo mostrare la vocazione laicale di testimonianza al Vangelo, all'interno della Chiesa e nella società in generale, accettando quelle sfide particolari che il laicato cattolico si trova ad affrontare. In primo luogo, hanno saputo mostrare la disponibilità ad assumere i compiti di ciascun battezzato e a rendere testimonianza dell'atteggiamento fondamentale richiesto ad ogni cristiano, sia egli consacrato o laico, vale a dire la nostra accettazione piena, assoluta di Gesù quale Signore e la decisione di seguirlo come Capo e Maestro. Il vostro Fondatore, il Venerabile Padre Michael McGivney fu profetico nel comprendere chiaramente che il totale e completo “sì” a Cristo non era per nulla esclusivamente riservato a quanti avevano ricevuto gli Ordini sacri o professato i voti religiosi. Al contrario, si tratta di un “sì” che viene richiesto ad ogni battezzato. Il convincimento di Padre McGivney era fondato su un'intuizione ancora più fondamentale, e cioè che la nostra preoccupazione per i bisognosi e la perseveranza nell'attività caritativa si sarebbero potute attenuare e ritrovare prive del loro significato più profondo se non fossero state radicate nella fede, intesa come inabitazione della Santissima Trinità nei nostri cuori, mediante la grazia divina che ci permette di rinnovare ogni giorno il nostro “sì” alla persona di Gesù Cristo. Questo ci richiama la spirituale presenza in mezzo a noi della Vergine Maria, specialmente in questo Tempo liturgico di Avvento. Questo ci ricorda la testimonianza di San Francesco d'Assisi, qui riproposta dai suoi figli i Frati Minori. E questo ci conferma anche la testimonianza dei Cavalieri di Colombo, ai quali va l'apprezzamento delle comunità civile ed ecclesiale di Roma. A Lei, Signor Cavaliere Supremo, a tutti i Cavalieri e agli amici presenti l'augurio di un fruttuoso cammino di Avvento e di un Santo Natale ricco di pace e di serenità.
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