Umberto Broccoli
Fondazione Cavalieri di Colombo
Largo Cavalieri di Colombo
"Everybody welcome, everything free".

«Tutti sono benvenuti. Tutto è gratuito». Nel motto dei Cavalieri di Colombo c'è la cifra della loro azione. Un'azione che ha visto da sempre Roma protagonista, fin da quando durante la II guerra mondiale impedirono il bombardamento della nostra città.

Siamo alle terme di Caracalla. Luogo da sempre dedicato allo sport. E sappiamo che lo sport è stato uno degli strumenti con cui i Cavalieri hanno operato a favore dei giovani nei cinque grandi centri sportivi di Primavalle, Valle Giulia, San Lorenzo, Flaminio e Colle del Gelsomino.

Le terme erano appunto strutturate per accogliere atleti. C'erano spogliatoi, palestre lungo i portici, grandi sale dotate di vasche. Vi si trovava il laconicum (bagno turco) da cui si arrivava al calidarium, una grande sala circolare di 34 metri di diametro, con al centro una vasca di acqua calda. Il bagno terminava nella natatio, la piscina all'aperto, decorato da quattro enormi colonne monolitiche in granito. Insomma un luogo di riunione dove tutti erano benvenuti.

Ma questo è anche il luogo che ricorda la promulgazione nel 212 della Constitutio Antoniniana con la quale Caracalla concede la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'Impero. Prima dell'emanazione la piena cittadinanza era riservata solo agli Italici e agli abitanti delle colonie di diritto romano sparse nell'impero. Roma si apre così la mondo e nello stesso tempo diventa inclusiva. Come inclusivi e accoglienti sono stati in questi secoli i Cavalieri: “Everybody welcome, everything free”.

Umberto Broccoli

Infine la missione dei Cavalieri di Colombo sembra ricalcare un altro uso inequivocabile, tipico di Roma: l'hospitium. La volontà dello Stato romano di proteggere lo straniero all'interno della comunità trovò così concretizzazione. Apprendiamo da Tito Livio e da numerose fonti epigrafiche che l'ospitalità si costituiva per volontà delle parti. L'hospitium era un rapporto perenne (non si estingueva neppure in caso di guerra, a meno che uno dei contraenti non rinunciasse), che conferiva il diritto di risiedere sul suolo romano e di ricevere asilo da parte dello Stato o di privati, nonché onori, donativi, protezione in giudizio, cure mediche e sepoltura. In forza di tale istituto lo straniero risultava inoltre abilitato al compimento degli atti giuridici riservati ai cittadini romani.

Ospitalità e accoglienza accomunano la nostra città ai Cavalieri nel segno comune del loro motto: «Tutti sono benvenuti. Tutto è gratuito».

Umberto Broccoli
Sovraintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale