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Fondazione Cavalieri di Colombo
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CHI SIAMO

 
Il 2 ottobre 1881 il ventinovenne assistente parroco della chiesa di St. Mary a New Haven, Padre Michael J. McGivney, riunì un gruppo di uomini nella sua parrocchia allo scopo... continua a leggere   Il 28 agosto 1920 una delegazione di 235 Cavalieri di Colombo, fu ricevuta in Udienza Privata da Sua Santità Papa Benedetto XV. Il Papa li ringraziò per il lavoro caritatevole... continua a leggere
Musei Capitolini
Musei Capitolini

NELL'AGOSTO DEL 1920, i Cavalieri di Colombo intrapresero un viaggio attraverso la Francia e l'Italia, con l'intenzione di dedicare una statua a Lafayette, donata dai Cavalieri a Metz, in Francia. Faceva parte del programma del viaggio anche un pellegrinaggio a Roma, dove la delegazione incontrò Papa Benedetto XV, dal quale furono invitati a rimanere stabilmente nella città.
In quel tempo Roma si stava risollevando dalla Prima Guerra Mondiale, e le attrezzature sportive per i giovani romani erano scarse e necessarie.
Su suggerimento del Papa, l'Ordine dei Cavalieri intraprese la costruzione di diversi campi da gioco in vari quartieri, per la gioventù. Lo spirito era quello del Programma "Army Hut" della Prima Guerra Mondiale: "Tutto Gratis" per i ragazzi accolti in queste strutture.
Sull'esempio di Padre McGivney, che operò attraverso la sua parrocchia, l'utilizzo dei Campi dei Cavalieri fu organizzato tramite le Parrocchie di Roma.
Negli anni 20, la libertà religiosa divenne un problema sempre più rilevante nell'America del Nord. La persecuzione della Chiesa Cattolica da parte del governo messicano fece si che i Cavalieri di Colombo si mobilitassero a sostegno della Chiesa di quel paese, raccogliendo un milione di dollari per far luce sulla situazione e aiutare i rifugiati negli Stati Uniti.
I Cavalieri, che avevano dato vita ad alcuni "Councils" in Messico nel 1905, fecero pressioni sul Presidente degli Stati Uniti Calvin Coolidge per trovare una soluzione alla crisi. Alla fine, l'impegno dei Cavalieri fu ripagato e la pressione crescente dell'opinione pubblica aiutò a trovare una soluzione nei "Mexican Accords" del 1929.
Papa Pio XI elogiò l'opera dell'Ordine in Messico del 1926 nell'Enciclica "Iniquis Afflictisque". Essi continuarono anche a combattere contro le politiche migratorie restrittive come il "Johnson-Reed Immigration Act" del 1924, che prendeva di mira soprattutto gli immigrati cattolici.
Infine, in un momento storico in cui l'uguaglianza razziale non era un ideale condiviso da tutti nel Paese, l'Ordine guardò avanti e commissionò una serie di racconti facenti parte dei "Racial Contribution Series" dei Cavalieri di Colombo.

Musei Capitolini
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Evidenziando il contributo nazionale di coloro che erano spesso presi di mira dal razzismo - inclusi gli afroamericani e gli ebrei - i Cavalieri mostrarono che la loro lotta per essere accettati come cattolici patrioti, si estendeva anche alle altre razze e religioni.

Un'educazione pacifista

Gli anni 20 furono attraversati da tensioni sociali e odio. Negli Stati uniti le iscrizioni al KU KLUX Klan aumentarono vertiginosamente, trasferendo odio e violenza contro i cattolici, gli ebrei, gli afro-americani e gli immigrati di tutto il paese.

Allo stesso tempo, in Messico, il Klan ebbe un valido sostenitore nel Presidente Plutarco Elias Calles, il quale emanò nuove leggi contro i cattolici, tra cui l'abolizione dell'Educazione Cattolica, le restrizioni di venerazione e di culto culminarono con l'espulsione di centinaia di preti, incluso il delegato del Papa.

In tutto questo, i Cavalieri di Colombo si opposero al bigottismo dilagante da ambo i lati della frontiera. I Cavalieri di Colombo lanciarono una campagna educativa che metteva in luce le atrocità che succedevano in Messico. Per mezzo di conferenze e di pubblicazioni, diedero voce ad alcuni di quei gruppi maggiormente oppressi, grazie alla Knights of Columbus Historical Commission furono pubblicati dei libri sul ruolo fondamentale degli afro-americani, degli ebrei e dei tedeschi in america.

Dopo la guerra, campi della Speranza

Dal 1922 in poi, molti furono i campi costruiti a Roma, uno di questi l'Oratorio di San Pietro, era situato vicino il Vaticano sul terreno donato dal Papa stesso. Papa Pio XI approvo entusiasticamente i nuovi lavori "Io stesso vedo, dal mio studio, i progressi che stanno facendo qui nel cuore di Roma" e aggiunse che la presenza dei Cavalieri di Colombo fu molto pertinente " poiché quello che stanno facendo non è meno importante di altri lavori umanitari".

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